
🎬 SCHEDA
TITOLO ORIGINALE
Gemini Man
PRODUZIONE
Jerry Bruckheimer, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger
REGIA
Ang Lee
SCENEGGIATURA
David Benioff, Billy Ray, Darren Lemke
STORIA
Darren Lemke, David Benioff
CAST
Will Smith, Mary Elizabeth Winstead, Clive Owen, Benedict Wong, Douglas Hodge, Ralph Brown, Linda Emond, Ilia Volok
COLONNA SONORA
Lorne Balfe
FOTOGRAFIA
Dion Beebe
MONTAGGIO
Tim Squyres
SCENOGRAFIA
Guy Hendrix Dyas, Zsuzsanna Sipos, Victor J. Zolfo
COSTUMI
Suttirat Anne Larlarb, Jennifer Ramirez
🖋️ RECENSIONE
Henry Brogan è un formidabile cecchino, il migliore al mondo. Dopo aver sparato il suo ennesimo, impossibile e infallibile colpo, andato a segno quasi per fortuna, sente che è giunto il momento di ritirarsi: il ruolo di killer professionista comincia a farsi pesante, sia fisicamente sia psicologicamente; tuttavia, il pensionamento è più difficile del previsto, poiché innesca una serie di eventi che lasciano una scia di morti dietro la sua fuga, coinvolgendo un prezioso alleato e una giovane agente che lo stava sorvegliando. Alle calcagna del gruppo di fuggitivi, un losco figuro è determinato a eliminare ogni indizio e testimone dietro a un formidabile esperimento biogenetico che pone il fenomenale killer al centro di una caccia all’uomo contro se stesso.
Ang Lee si riconferma un abile cineasta d’azione. Ogni sequenza è girata con il suo inconfondibile stile; dopo i visionari La tigre e il dragone e Vita di Pi, il regista taiwanese esplora la fantascienza; tuttavia, mette in risalto la componente tecnica a scapito della narrazione che resta ancorata a prospettive monodimensionali, su cui ruotano l’intera vicenda e il destino dei personaggi, compreso l’antagonista (uno sprecato Clive Owen) nel ruolo di surrogato paterno per il giovane alter ego di Henry che ricorda Willy il principe di Bel-Air. La realizzazione del doppelgänger di Will Smith, ringiovanito digitalmente, è sorprendente e regge abbastanza bene nelle complesse espressioni in primo piano.
Gemini Man, dopo un lento prologo, si accende sul mero piano visivo con inseguimenti mozzafiato e scene d’azione magistralmente dirette, ma non decolla narrativamente: le ruote sono ancorate a strade asfaltate coperte da un leggero strato di trama che permette alla macchina d’azione e intrattenimento puro di scivolare veloce, concedendosi copiose sbavature narrative pur di intrattenere.