
🎬 SCHEDA
TITOLO ORIGINALE
Thor: Ragnarok
PRODUZIONE
Kevin Feige
REGIA
Taika Waititi
SCENEGGIATURA
Eric Pearson, Craig Kyle, Christopher Yost
CAST
Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Cate Blanchett, Idris Elba, Jeff Goldblum, Tessa Thompson, Karl Urban, Mark Ruffalo, Anthony Hopkins, Benedict Cumberbatch, Taika Waititi, Rachel House, Clancy Brown, Tadanobu Asano, Ray Stevenson
COLONNA SONORA
Mark Mothersbaugh
FOTOGRAFIA
Javier Aguirresarobe
MONTAGGIO
Zene Baker, Joel Negron
SCENOGRAFIA
Dan Hennah, Ra Vincent, Beverley Dunn
COSTUMI
Mayes C. Rubeo
🖋️ Recensione
Dopo aver affrontato il fratello Loki e l’elfo oscuro Malekith, il dio del tuono deve fronteggiare un pericolo ancora più grande nel capitolo conclusivo della trilogia a lui dedicata. Thor trova il padre morente, ritiratosi sulla Terra, grazie all’aiuto di un inatteso alleato. Insieme a Loki assiste al ritorno di Hela, la dea della morte, dall’esilio cui Odino, il padre degli dèi, l’ha confinata. Giunta ad Asgard, Hela acquisisce un incredibile potere; il suo scopo: assoggettare gli asgardiani col terrore e sedere sul trono di Odino. Thor e Loki, persi su un lontano pianeta, devono così tornare in patria per impedire Ragnarok, l’avvento dei non-morti, la fine di ogni cosa, aiutati da preziosi alleati e vecchi amici.
Taika Waititi dirige ogni sequenza con brio, lasciando ampio margine all’improvvisazione degli (straordinari) attori le cui battute sono argute e le espressioni imprevedibili, colorando il fondale galattico di sgargianti contrasti. Il risultato è uno dei tasselli più divertenti, leggeri e comici dell’Universo cinematografico Marvel, ma anche uno dei più superficiali, poiché perde di epicità mitologica per soffermarsi sull’azione scatenata e fulminea dei “Revengers”, come Thor definisce simpaticamente il suo improvvisato gruppo di combattenti di cui fa parte il fratello Loki, Hulk, la predatrice Valchiria e l’onnivedente Heimdall.
Dall’altro lato della barricata vi sono due antagonisti d’eccezione: Cate Blanchett sembra Malefica de La bella addormentata nel bosco; tuttavia, la sua sfolgorante presenza è oscurata da Jeff Goldblum, il Gran Maestro, padrone di un intero pianeta, che si diletta a veder combattere in una gigantesca arena i gladiatori più potenti della galassia. Come non pensare a Planet Hulk di cui Ragnarok ne detiene (solo) lo spirito. Assistere allo scontro tra Hulk e Thor è la parte più emozionante e meglio realizzata che fa presto dimenticare lo scontro finale con Hela e la sua annichilente risoluzione.
La narrazione procede attraverso un continuo scambio di occhiate, battute (anche fuori contesto) che semplicemente divertono. Lontano dallo spirito dei due predecessori, Ragnarok fa del comico e grottesco bromance il suo punto di forza. Thor è mostrato in tutta la sua potenza e magnificenza e la sua caratterizzazione giunge finalmente a una svolta: il ragazzone tutto muscoli, avventato e arrogante, cambia look e definizione. Il figlio diventa il padre. Bruce Banner si risveglia spaesato e spaventato in un mondo alieno dopo essere rimasto imprigionato in Hulk per troppo tempo: l’Incredibile (campione del Gran Maestro) è più loquace che mai; una sorprendente aggiunta che disvela il carattere del gigante verde. I personaggi subiscono un processo di modifica (primo fra tutti Loki il cui scopo è volubile e beffardo) per adeguarsi al tono della pellicola e necessario per conciliarsi a quello degli altri supereroi che si uniranno in Avengers: Infinity War di cui Ragnarok rappresenta una sorta di prequel.
Ragnarok unisce in un unico calderone gli elementi vincenti de I guardiani della galassia e dei fumetti, un pizzico di magia e una grande dose di umorismo. Un circo spaziale divertente e colorato a ritmo di musica elettronica. Cine-Comico.