
🎬 SCHEDA
TITOLO ORIGINALE
X-Men: Apocalypse
PRODUZIONE
Simon Kinberg, Hutch Parker, Lauren Shuler Donner, Bryan Singer
REGIA
Bryan Singer
SCENEGGIATURA
Simon Kinberg
STORIA
Bryan Singer, Simon Kinberg, Michael Dougherty, Dan Harris
CAST
James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Oscar Isaac, Rose Byrne, Evan Peters, Josh Helman, Sophie Turner, Tye Sheridan, Lucas Till, Kodi Smit-McPhee, Ben Hardy, Alexandra Shipp, Lana Condor, Olivia Munn
COLONNA SONORA
John Ottman
FOTOGRAFIA
Newton Thomas Sigel
MONTAGGIO
Michael Louis Hill, John Ottman
SCENOGRAFIA
Grant Major, Eve Boulonne, Geoffroy Gosselin, Anne Kuljian
COSTUMI
Louise Mingenbach
🖋️ Recensione
L’apocalisse circonda i giovani X-Men guidati da Charles Xavier; il Professor X è indebolito e minacciato dal fenomenale potere di un possente figuro millenario che si risveglia da un lungo letargo per distruggere il mondo e ricostruirlo dalle fondamenta. I quattro Cavalieri di Apocalisse, Magneto, Tempesta, Psylocke e Angelo, la cui dolorosa trasformazione in Arcangelo è timbrata dalle note di The Four Horsemen dei Metallica, sono così scatenati. La motivazione che spinge i potenti mutanti ad arruolarsi come Cavalieri al fianco di Apocalisse è l’illusione di ottenere un maggior potere che li porta a una devozione incondizionata: la loro articolata costruzione caratteriale è distrutta dalle fondamenta, sulle quali se ne erge un’altra molto più semplificata. Magneto, in esilio per nascondersi dal Governo, accetta l’avvento di Apocalisse: sfoga la sua rabbia contro gli esseri umani che si presentano a lui per sottrargli (non definitivamente) l’ultima oncia di bontà rimasta nel suo cuore di metallo. Un personaggio complesso che, dalla messianica caratterizzazione in Giorni di un futuro passato, tradisce la sua duplice natura per intraprendere un cammino di dannazione spirituale; la sua parabola narrativa ha un andamento ripetitivo che alla lunga stanca, impoverendo il personaggio.
Giorni di un futuro passato ha generato una scissione nel tempo: un flusso di eventi differente dalla trilogia classica. Apocalisse apre a nuovi orizzonti narrativi sulle versioni giovanili degli storici mutanti; tuttavia, la loro presenza non è funzionale agli eventi che faticosamente si susseguono. Jean Grey, destinata a rinascere come Fenice, non è ammaliata dal potere di Apocalisse: armata di integrità morale e fedeltà agli X-Men, e apparentemente capace di controllare il suo infinito potere (destando il dubbio più grande sulla definizione del personaggio), è deus ex machina nel conflitto finale, liberata dal capo dei mutanti Charles Xavier, mentalmente scisso in due; mentre Mystica, con un twist repentino, ritorna all’ovile per aiutare i suoi ex compagni d’avventura contro l’incombente e annichilente minaccia. Ciclope, Quicksilver e Nightcrawler restano sottotraccia, seppur siano protagonisti di scene spettacolari, ma con un’inevitabile sensazione di déjà-vù. Il valore della famiglia è ancora una volta il tema cardine di un cinecomic; tuttavia, soffocato dalla brama di potere e distruzione di Apocalisse: un antagonista piatto e gestito narrativamente in modo pessimo.
Apocalisse è un calderone punk di insipidi ingredienti: un cattivo uber alles, ma non troppo intelligente, e uno sviluppo estremo del potere dei mutanti, “invertiti”, o meglio deviati, dalla loro definizione classica. Gli X-Men sono scatenati in un cinecomic che avrebbe dovuto intitolarsi “X-Men Unleashed”. Carico di troppa energia, trabocca in quantità e perde molto in qualità; un viaggio attraverso i secoli, dallo spettacolare prologo, che si esaurisce senza mordente su un mondo devastato da sistemi governativi, imperatori e folli messia, sotto le note dell’immortale Ludwig van Beethoven. Un’apocalisse che Bryan Singer serve su un piatto destinato ai fan di Star Trek: un dio che vuole assoggettare chiunque al suo volere (come nell’episodio Dominati da Apollo) e la comica evasione dalla prigione di Striker (che ricorda tragicamente L’ultima frontiera), mera parentesi per giustificare il prossimo villain e dare in pasto ai fan la bestiale Arma X in versione berserker in una fugace, quanto inutile, apparizione. Apocalisse decostruisce la saga in uno sgargiante e coloratissimo paradosso filmico.